Terremoto in Emilia Romagna del 20 e 29 maggio: una breve analisi dei danni *
Aree colpite e popolazione
- Comuni colpiti 33
- Provincia di Reggio Emilia – 7
- Provincia di Modena – 14
- Provincia di Bologna – 5
- Provincia di Ferrara – 7
- Incidenza della produzione dell’area sul Pil nazionale: circa il 2%
I maggiori danni alle abitazioni, ai beni pubblici e culturali, ai beni artistici, alle attività produttive e conseguentemente al mercato del lavoro, si sono riscontrati nelle aree dei due epicentri del 20 e 29 maggio, e in particolare: nella provincia di Modena nei comuni di Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Mirandola, Novi di Modena, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Medolla, Campo-Santo, San Prospero, San Possidonio; nel ferrarese a Sant’Agostino, Mirabello, Bondeno, Cento, Poggio Renatico e Vigarano Mainarda; nel bolognese a Crevalcore e Pieve di Cento e nel reggiano a Reggiolo.
Attività produttive
La zona colpita presenta un’elevatissima concentrazione di unità produttive agricole, agroalimentari, industriali ed artigianali.
Economia dell’area in numeri
- 19,6 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2011
- 12,2 miliardi di euro di esportazioni
- 48 mila imprese e 187 mila addetti
Al 29 agosto 2012 su 13.362 strutture produttive, 8.575 sono state dichiarate inagibili (Sole 24 ore, 21 nov. 2012). Sostanzialmente in equilibrio i danni diretti e quelli indiretti. Il 68% delle attività produttive, ha registrato danni ai fabbricati (94%), poi ai beni ai strumentali (53%), infine ai beni merce (46%). I danni indiretti sono stati molteplici e in proporzione pressoché equivalente a quelli diretti (66%). Tra essi: dilazioni di pagamento richieste dai clienti (56%), perdita di clienti e ritiro delle commesse (5%), problemi alla catena distributiva (39%), problemi alla catena di approvvigionamento (34%), interruzione della produzione (3%) (Sole 24 ore, 21 nov. 2012).
Mercato del lavoro
- Cassa integrazione a ottobre 2012: 40.752 lavoratori per 3.748 unità produttive
- Principali settori colpiti: manifatturiero (1.563 imprese) ed il commercio (1.000)
A fine 2013 l’80% delle imprese del cratere ha ripreso l’attività e i lavoratori in cassa integrazione sono scesi da 40.752 lavoratori per 3.748 unità produttive a 2.670. Dopo essere stato stanziato 1 miliardo e 370 milioni per superare l’emergenza, sono arrivati 1,3 miliardi per riportare i cittadini nei centri storici. Altri fondi sono necessari per garantire il ritorno alla normalità. Si stima dai tre ai 5 anni dal sisma il tempo necessario per la ripresa completa e definitiva.
*fonte: Regione Emilia-Romagna – Assessorato Attività produttive