Sismabonus per aziende: le modalità di applicazione
Dal 2017 anche le aziende hanno la possibilità di accedere agli incentivi fiscali per realizzare interventi di miglioramento sismico dei fabbricati esistenti che ospitano le loro attività produttive.
Cosa prevede il Sismabonus per aziende
In generale, il provvedimento, più comunemente noto come Sismabonus, prevede una detrazione di imposta (IRPEF o IRES) delle spese sostenute, concessa sia ai privati sia alle società, per interventi antisismici realizzati sugli immobili situati nelle zone sismiche 1-2-3 (praticamente tutto il territorio nazionale), compresi quindi quelli utilizzati per attività produttive. La misura, inizialmente in scadenza il 31 dicembre 2021, è stata prorogata dalla Legge di Bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2024.
Limite temporale e di spesa
- La detrazione è calcolata su un massimo di 96.000 euro per ciascun anno e per ciascuna unità immobiliare.
- La detrazione del Sismabonus per aziende viene ripartita in 5 anni in misura proporzionale per ciascun anno.
Per maggiori dettagli scarica la Guida Sisma Bonus dell’Agenzia delle Entrate.
La classificazione sismica degli edifici
Nel 2017 sono state introdotte come allegato al D.M. n. 58 del 28 febbraio 2017 ss.mm.ii le “Linee guida per la Classificazione del Rischio Sismico delle Costruzioni” , che riportano le modalità operative per la classificazione sismica degli edifici. Si tratta di una metodologia che consente di associare agli edifici una classe di rischio sismico, sulla falsariga di quanto già in vigore per la classificazione energetica. La classificazione è sostanzialmente una semplificazione utile a regolare gli incentivi fiscali, legati alla misura del Sismabonus per aziende. Nelle zone sismiche 1-2-3 gli incentivi fiscali sono infatti potenziati rispetto alla detrazione ordinaria del 50% se si ottiene una riduzione della classe di rischio, prevedendo una detrazione pari al 70% delle spese in caso di salto di una classe o all’ 80% delle spese, in caso di salto di due classi.
Il metodo convenzionale di classificazione prevede una procedura articolata, per ingegneri esperti del settore, basata su parametri di valutazione che fanno riferimento all’indice di sicurezza legato alla vulnerabilità sismica e alle possibili perdite, dirette o indirette, correlate al verificarsi di un evento sismico.
Metodo semplificato per capannoni prefabbricati
Per gli interventi che riguardano attività produttive, le Linee guida prevedono un metodo semplificato con il quale è possibile ottenere una detrazione del 70% delle spese sostenute, anche senza una preventiva attribuzione della classe di rischio dello stato di fatto, se l’intervento è mirato a sanare le carenze tipiche delle strutture prefabbricati esistenti non progettate con dettagli antisismici.
La disposizione si riferisce in particolare a tutte quelle opere volte a creare “collegamenti duttili”, cioè non rigidi, tra gli elementi strutturali degli edifici prefabbricati.
Gli ingenti danni seguiti al terremoto del 2012 in Emilia e causati proprio dall’assenza di connessioni efficaci in questa tipologia di edifici, hanno motivato il legislatore a inserire questa misura considerando tali interventi (individuati in origine proprio dalla legge n.122/2012 della Regione Emilia Romagna) migliorativi di una classe in via speditiva e semplificata, a prescindere da una diagnosi sismica complessiva dell’edificio.
Detrazione al 70% e interventi locali
Il metodo semplificato per i capannoni prefabbricati si è dimostrato particolarmente appetibile per la possibilità che offre di intervenire localmente e in modo relativamente semplice per eliminare le principali vulnerabilità di questa tipologia costruttiva. Gli interventi locali, come previsto dalle NTC, riguardano singole parti e/o elementi della struttura e in questo caso mirano a realizzare collegamenti efficaci in corrispondenza dei nodi tra elementi prefabbricati di copertura, con lo scopo di non irrigidire l’intera struttura modificandone il comportamento globale.
Il grande vantaggio di questa tipologia di intervento è quello di rappresentare un ottimo compromesso tra sicurezza sismica e onerosità degli interventi per l’azienda, motivo per il quale viene scelta molto frequentemente.
In particolare, eliminando le carenze legate alla mancanza di collegamenti efficaci, non è necessario effettuare un’attribuzione preventiva della classe di rischio, ottenendo il salto migliorativo di una classe, e di conseguenza la detrazione, con il semplice intervento locale.
L’iter autorizzativo è pertanto più semplice e snello. Gli interventi sono poco invasivi, solitamente concentrati a livello della copertura, con minime interferenze sull’attività produttiva.
Il tetto di spesa finanziabile su cui calcolare la detrazione del 70% rimane di 96 mila euro per intervento, per anno e per ogni unità immobiliare.
Proprio in questo ambito sono largamente utilizzati i dispositivi antisismici Sismocell, che creando connessioni a fusibile dissipativo, non rigide, consentono di soddisfare i requisiti di legge previsti per ottenere le agevolazioni fiscali con il metodo semplificato descritto sopra.
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