La Normativa Antisismica per i capannoni industriali – l’esperienza del terremoto in Emilia Romagna del 2012
Il sisma del 20 e 29 maggio 2012
La genesi dell’odierna Normativa Antisimica.
20 e 29 maggio 2012, un forte terremoto devasta il Nord Italia. 6 le province colpite dal sisma: Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Mantova e Rovigo. Gravissime le conseguenze del terremoto in Emilia-Romagna.
Oltre alle perdite umane, ai danni a edifici storici e abitazioni, è duramente colpita l’economia di tutta l’area. Per la prima volta viene alla luce la vulnerabilità sismica dei prefabbricati industriali che risultano fortemente danneggiati con enormi ripercussioni sulle attività produttive.
Analisi dei danni
I danni del sisma sono stati valutati (relazione inviata alla Commissione UE) complessivamente in 13 miliardi e 273 milioni di euro. In Emilia-Romagna la stima è di 12 miliardi e 202 milioni di euro: 676 milioni per i provvedimenti di emergenza; 3 miliardi e 285 milioni di danni all’edilizia residenziale; 5 miliardi e 237 milioni di danni alle attività produttive; 2 miliardi e 75 milioni di danni ai beni storico/culturali e agli edifici religiosi; la quota restante è suddivisa fra edifici e servizi pubblici e infrastrutture.
Impatto economico del terremoto
Attività produttive
La zona colpita presenta un’elevatissima concentrazione di unità produttive agricole, agroalimentari, industriali ed artigianali.
Oltre ai danni a persone e cose si registrano gravi lesioni ai capannoni industriali. L’attività produttiva si ferma e le perdite per il territorio diventano immani coinvolgendo non solo la popolazione, le abitazioni e i beni artistici ma anche le attività produttive.
Economia dell’area in numeri
- 19,6 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2011
- 12,2 miliardi di euro di esportazioni
- 48 mila imprese e 187 mila addetti
Al 29 agosto 2012 su 13.362 strutture produttive, 8.575 sono state dichiarate inagibili (Sole 24 ore, 21 nov. 2012). Sostanzialmente in equilibrio i danni diretti e quelli indiretti. Il 68% delle attività produttive, ha registrato danni ai fabbricati (94%), poi ai beni ai strumentali (53%), infine ai beni merce (46%). I danni indiretti sono stati molteplici e in proporzione pressoché equivalente a quelli diretti (66%). Tra essi: dilazioni di pagamento richieste dai clienti (56%), perdita di clienti e ritiro delle commesse (5%), problemi alla catena distributiva (39%), problemi alla catena di approvvigionamento (34%), interruzione della produzione (3%) (Sole 24 ore, 21 nov. 2012).
Sulla base di questi dati è nata l’esigenza di varare una normativa antisismica.
Mercato del lavoro
- Cassa integrazione a ottobre 2012: 40.752 lavoratori per 3.748 unità produttive
- Principali settori colpiti: manifatturiero (1.563 imprese) ed il commercio (1.000)
A fine 2013 l’80% delle imprese del cratere ha ripreso l’attività e i lavoratori in cassa integrazione sono scesi da 40.752 lavoratori per 3.748 unità produttive a 2.670. Dopo essere stato stanziato 1 miliardo e 370 milioni per superare l’emergenza, sono arrivati 1,3 miliardi per riportare i cittadini nei centri storici. Altri fondi sono necessari per garantire il ritorno alla normalità. Si stima dai tre ai 5 anni dal sisma il tempo necessario per la ripresa completa e definitiva.
*fonte: Regione Emilia-Romagna – Assessorato Attività produttive
Normativa antisismica in Emilia Romagna (Legge antisismica n.122/2012)
In seguito al terremoto dell’Emilia Romagna del 20 e 29 maggio 2012, la Regione ha emanato una specifica normativa antisismica: il decreto n.74 del 6 giugno 2012 poi convertito nella legge antisismica n.122/2012, con lo scopo di regolamentare la ricostruzione e la messa in sicurezza degli edifici.
Sulla base della norma regionale vengono dichiarati inagibili, nei 52 comuni del cratere sismico, gli edifici prefabbricati che presentano determinate carenze strutturali e si prevedono una serie di adempimenti necessari alla loro messa in sicurezza. Per poter riprendere in tempi celeri la produzione, la legge antisismica stabilisce che il titolare di attività produttiva debba ottenere il certificato di agibilità sismica.
In particolare, al comma 7 dell’art. 3, ribadisce il principio di salvaguardia della sicurezza degli ambienti di lavoro con esplicito riferimento al D.lgs. n.81/2008: “il titolare dell’attività produttiva, in quanto responsabile della sicurezza dei luoghi di lavoro ai sensi del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integrazioni, deve acquisire, nei casi di cui al comma 8, la certificazione di agibilità sismica rilasciata, a seguito di verifica di sicurezza effettuata ai sensi delle norme tecniche vigenti…”.
Il comma 8 dell’art. 3 indica invece nel dettaglio gli interventi di riduzione del rischio sismico, riferiti in particolare alla eliminazione delle principali carenze strutturali tipiche della tipologia di edifici prefabbricati monopiano:
Come soddisfano la Normativa antisimica i dispositivi Sismocell
I dispositivi antisismici Sismocell possono eliminare le carenze strutturali dei capannoni prefabbricati esistenti individuate dalla Legge Antisismica n.122/2012 in seguito al terremoto in Emilia, Lombradia e Veneto.
In particolare, i dispositivi antisismici Sismocell realizzano un collegamento dissipativo in corrispondenza dei nodi trave-pilastro e trave-elementi di copertura delle strutture prefabbricate esistenti non progettate con dettagli antisismici.
Scarica il Pdf con il testo della legge antisismica completo L. n.122-2012