20 e 29 maggio 2012, un forte sisma devasta il Nord Italia. 6 le province colpite dal terremoto: Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Mantova e Rovigo.

La conta dei danni *

Aree colpite dal sisma e popolazione

  1. Comuni colpiti 33
    • Provincia di Reggio Emilia – 7
    • Provincia di Modena – 14
    • Provincia di Bologna – 5
    • Provincia di Ferrara – 7
  2. Residenti
    • 550 mila persone,
    • 66 mila unità locali
    • 270 mila addetti fra agricoltura, industria e servizi
  3. Incidenza della produzione dell’area sul Pil nazionale: circa il 2%
  4. I comuni individuati dall’art. 1 del Decreto Legge del 6 giugno 2012 n. 74, convertito in legge con modificazioni nella legge 7 agosto 2012 n. 134 sono 59 per oltre un milione di abitanti
    • 15 comuni nel reggiano
    • 19 nel modenese
    • 16 nel bolognese
    • 8 nel ferrarese
    • 1 nel piacentino

I maggiori danni alle abitazioni, ai beni pubblici e culturali, ai beni artistici, alle attività produttive e conseguentemente al mercato del lavoro, si sono riscontrati nelle aree dei due epicentri del 20 e 29 maggio, e in particolare: nella provincia di Modena nei comuni di Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Mirandola, Novi di Modena, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Medolla, Campo-Santo, San Prospero, San Possidonio; nel ferrarese a Sant’Agostino, Mirabello, Bondeno, Cento, Poggio Renatico e Vigarano Mainarda; nel bolognese a Crevalcore e Pieve di Cento e nel reggiano a Reggiolo.

Attività produttive

La zona colpita presenta un’elevatissima concentrazione di unità produttive agricole, agroalimentari, industriali ed artigianali.

Economia dell’area in numeri

  1. 19,6 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2011
  2. 12,2 miliardi di euro di esportazioni
  3. 48 mila imprese e 187 mila addetti

I danni all’economia

Industria, terziario e costruzioni

  1. Comuni interessati: 54, oggetto del decreto del Ministero delle Finanze del 1 giugno 2012
    • Quasi 66 mila unità locali pari al 15,6% del valore totale della Regione
    • 270 mila addetti pari al 15,9% dei valori totali dell’Emilia-Romagna
  2. Valore aggiunto perso: 3,1 miliardi di euro stimati sul biennio 2012-2013
  3. Aziende coinvolte: qualche migliaio
  4. Danno stimato: di 2,7 miliardi di euro
  5. Comparti più colpiti: biomedicale, tessile abbigliamento

Agricoltura

  1.  Aziende agricole e zootecniche nell’area
    • 14 mila (pari al 18,7% del totale regionale)
    • 200 mila ettari la superficie agricola utilizzabile
    • 1.233 aziende con allevamenti
  2. Danni stimati per il settore agricolo/agro-industriale: 2,4 miliardi di euro circa
    • Aziende agricole e zootecniche: 2,2 miliardi
    • Imprese agroindustriali 145 milioni di euro
    • Il 90% dei danni si concentra nella provincia di Modena

Al 29 agosto 2012 su 13.362 strutture produttive, 8.575 sono state dichiarate inagibili (Sole 24 ore, 21 nov. 2012). Sostanzialmente in equilibrio i danni diretti e quelli indiretti. Il 68% delle attività produttive, ha registrato danni ai fabbricati (94%), poi ai beni ai strumentali (53%), infine ai beni merce (46%). I danni indiretti sono stati molteplici e in proporzione pressoché equivalente a quelli diretti (66%). Tra essi: dilazioni di pagamento richieste dai clienti (56%), perdita di clienti e ritiro delle commesse (5%), problemi alla catena distributiva (39%), problemi alla catena di approvvigionamento (34%), interruzione della produzione (3%) (Sole 24 ore, 21 nov. 2012).

Mercato del lavoro

  1. Cassa integrazione a ottobre 2012: 40.752 lavoratori per 3.748 unità produttive
    • In provincia di Modena: 25.874 lavoratori di 2.414 aziende
    • In provincia di Ferrara 7.133 lavoratori di 646 aziende
    • In provincia di Bologna 3.974 lavoratori di 432 aziende
    • In provincia di Reggio Emilia 3.771 lavoratori e 256 aziende
  2. Comuni più colpiti: Carpi, Mirandola, Finale Emilia nel modenese, Crevalcore nel bolognese, Reggiolo nel reggiano e Cento nel ferrarese
  3. Principali settori colpiti: manifatturiero (1.563 imprese) ed il commercio (1.000)

A fine 2013 l’80% delle imprese del cratere ha ripreso l’attività e i lavoratori in cassa integrazione sono scesi a 2.670. Dopo essere stato stanziato 1 miliardo e 370 milioni per superare l’emergenza, sono arrivati 1,3 miliardi per riportare i cittadini nei centri storici. Altri fondi sono necessari per garantire il ritorno alla normalità. Si stima dai tre ai 5 anni dal sisma il tempo necessario per la ripresa completa e definitiva.

*fonte: Regione Emilia-Romagna – Assessorato Attività produttive