Sismocell ad Arezzo per il Seminario del Collegio Ingegneri della Toscana “Protezione sismica di strutture prefabbricate”
Al Park Hotel di Arezzo, una giornata dedicata interamente alla sicurezza sismica delle strutture prefabbricate.
Al Park Hotel di Arezzo, una giornata dedicata interamente alla sicurezza sismica delle strutture prefabbricate
Il 15 dicembre scorso si è tenuto presso la sala congressi del Park Hotel di Arezzo un seminario completamente dedicato alla sicurezza sismica dei prefabbricati con particolare attenzione a quelli industriali. Al centro, le vulnerabilità di questo tipo di edifici, e lo stato dell’arte sulle principali strategie di intervento. L’incontro promosso dal Collegio Ingegneri della Toscana si è svolto in collaborazione con Baraclit, Hilti e Sismocell – sistemi antisismici.
L’aretino, grazie alla significativa presenza di piccole e medie aziende sul territorio e alla tradizione nel settore della prefabbricazione, rappresenta la cornice ideale per un approfondimento su queste tematiche. Proprio qui, il problema della vulnerabilità sismica degli edifici prefabbricati che ospitano attività produttive è particolarmente sentito e da tempo sotto osservazione.
In occasione dei saluti istituzionali di Mirko Bianconi, presidente della Federazione Ingegneri della Toscana, Alessandro Falsini, presidente Ordine Ingegneri della provincia di Arezzo e di Paolo Spinelli, presidente del Collegio Ingegneri della Toscana, si è fatto il punto sulle criticità riscontrate durante il terremoto dell’Emilia nel 2012, all’origine di collassi e danneggiamenti che per la prima volta hanno riguardato le attività produttive con pesanti ricadute sull’economia del territorio.
Gli interventi locali
In tutta la regione Toscana grazie alla limitata invasività e alla ridotta burocrazia, gli interventi locali conquistano il primo posto tra le principali scelte di intervento per la riduzione del rischio sismico nelle attività produttive e sono nettamente prevalenti rispetto a tutte le altre tipologie di ristrutturazione: adeguamento e miglioramento sismico. “… gli interventi locali riguardano soprattutto la realizzazione di collegamenti…prima cosa che viene infatti controllata è la tipologia di appoggio trave-pilastro, trave-tegoli; rinforzo localizzato delle colonne e ancoraggi localizzati dei pannelli” come spiega l’Ing. Luca Gori dirigente settore Sismica della Regione Toscana.
D’altronde la causa principale di vulnerabilità sismica dei prefabbricati è appunto la mancanza di connessioni efficaci trave-pilastro; trave-tegoli proprio come è emerso in seguito ai collassi e ai gravi danni, provocati ai prefabbricati in Emilia dal terremoto del 2012. A questo si aggiunge la necessità per le aziende di realizzare opere poco invasive che non impediscano il regolare andamento dell’attività.
Ulteriore incoraggiamento verso questo tipo di interventi viene dal beneficio fiscale previsto nella legge Sismabonus, che opera in via speditiva con un consistente incentivo (detrazione dall’imposta del 70% della spesa), per gli interventi mirati a sanare proprio le principali carenze dei capannoni individuate dopo il sisma del 2012.
La robustezza: limitare le fragilità per costruire bene
Segue l’intervento della Prof.ssa Beatrice Belletti, docente dell’Università di Parma che attraverso alcuni esempi concreti, illustra il concetto di robustezza di un edificio: “…è molto importante aumentare la robustezza complessiva di un edificio per considerare anche altre azioni”. Nella sostanza robusto equivale a ben costruito con una riduzione delle possibili fragilità dell’edificio.
Si tratta di quelle debolezze strutturali che in seguito ad eventi eccezionali, non solo terremoti, ma ad esempio anche un attacco terroristico, sono alla base di danni concatenati con effetti devastanti e sproporzionati rispetto all’evento che li ha scatenati.
“Il mondo della prefabbricazione – conclude Belletti – è ricco di spunti interessanti e può fornire soluzioni di maggiore qualità riguardo questi aspetti, rispetto alle realizzazioni in opera. Non solo, grazie alla sperimentazione di nuovi materiali, apre le porte anche al concetto di sostenibilità, con l’impiego di nuovi materiali particolarmente adatti al riciclo con impatto ambientale limitato.
La situazione dei prefabbricati
Interviene quindi l’Ing. Maurizio Orlando che fa il punto sullo stato dell’esistente e sull’evoluzione della normativa che, per la prima volta nel 1987 considera il solo attrito non sufficiente a preservare gli edifici in zone sismiche.
Proprio in Emilia invece, le travi e i pilastri dei prefabbricati erano perlopiù in appoggio e privi di connessioni efficaci. L’Ing. Emanuele Del Monte illustra quindi le tipologie di connessioni più convenienti e più efficaci per realizzare un miglioramento sismico delle strutture prefabbricate.

Chiude l’incontro una tavola rotonda col coinvolgimento delle tre aziende, Baraclit, Hilti e Sismocell che hanno sostenuto l’iniziativa e che forniscono soluzioni tecnologicamente avanzate nel campo dell’antisismica.
E proprio sulle connessioni per prefabbricati, interviene l’ing. Andrea Vittorio Pollini di Sismocell, spiegando il funzionamento dei dispositivi antisismici Sismocell e Sismocell Box. Installati rispettivamente sul nodo trave-pilastro e trave-elementi di copertura, questi dispositivi sono in grado di assorbire, entro certi limiti, l’energia sprigionata dalle scosse, funzionando come un fusibile dissipativo.
Si tratta di una soluzione intelligente e poco invasiva che grazie alla flessibilità e all’adattabilità di ancoraggio si presta ad essere montata nelle più svariate tipologie di prefabbricati ed è ideale per realizzazione di interventi locali.