La situazione in Italia
In Italia si sente spesso parlare di terremoto: il fenomeno è distruttivo e imprevedibile. Ma come si verificano i terremoti e qual è la situazione a cui andrà incontro la nostra Penisola? Il nostro paese è nel Mondo uno dei territori a maggior rischio sismico.
La prevenzione non è ancora sufficiente. E nonostante i costi della ricostruzione siano stimati essere più gravosi di una messa in sicurezza degli edifici (circa 3.500 milioni euro), la tutela da questa calamità resta ancora una mera intenzione.
Proprio in questi giorni ha preso il via una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Diamoci una scossa”. Meritoria iniziativa che dalla fine di settembre ha animato molte piazze italiane. Banchetti presidiati da tecnici e ingegneri strutturisti per spiegare alle persone cosa fare e come è possibile valutare con efficacia il rischio sismico delle abitazioni. Primo passo per avviare in seguito, un efficace programma di interventi.
Il Governo dal 2017 ha predisposto una serie di incentivi fiscali per incoraggiare “ristrutturazioni intelligenti” – Sismabonus, cioè volte a ridurre il rischio sismico degli edifici che combinate cogli incentivi per le opere di efficientamento energetico (Ecobonus), offrono un’opportunità davvero unica per intervenire su più fronti a costi estremamente contenuti. Per ora queste misure restano sotto utilizzate.
Perché l’Italia è una zona sismica?
L’Italia si trova dove la placca africana si infossa e spinge quella eurasiatica, per questo è un paese ad alto rischio sismico. Il 70% del nostro territorio è considerato zona sismica. Proprio i movimenti della crosta terrestre hanno creato nel passato gli Appennini, il Vesuvio e l’Etna.
Si può prevedere un terremoto?
I terremoti non si possono prevedere. In realtà, i sismologi possono rilevare senza alcun problema dove si verificherà un terremoto in futuro. Quello che non sono ancora in grado di sapere è il quando: gli esperti quindi sapevano che a l’Aquila piuttosto che ad Amatrice si sarebbe verificato un forte terremoto, ma non sapevano se sarebbe avvenuto quel giorno oppure dopo 100 anni.
Dunque anche se il terremoto non è prevedibile, sappiamo per certo che accadrà ancora e sarà tanto più forte quanto più a rischio sismico è classificata l’area che verrà colpita.
Terremoto: cos’è e come si forma?
I terremoti sono delle vibrazioni o scosse di assestamento della crosta terrestre, determinati dallo spostamento (lento oppure improvviso) di una massa rocciosa nel sottosuolo.
La teoria della tettonica delle placche
Per comprendere il fenomeno del terremoto bisogna fare riferimento alla teoria della tettonica delle placche, elaborata per la prima volta nei primi del 1900 dallo scienziato Wegener.
Secondo questa teoria, la parte superiore del nostro Pianeta è divisa in 2 strati:
- la litosfera (strato superiore): si trova circa 100 km sotto i continenti e 50 km sotto gli oceani ed ha una consistenza rigida;
- l’astenosfera (strato inferiore): si trova fino a 700 km di profondità, ha una consistenza più morbida ed è suddivisa in placche in continuo movimento.
La formazione dei continenti è dovuta proprio al fenomeno della tettonica: le placche maggiori, con il passare dei millenni, si sono a poco a poco scontrate e hanno quindi dato origine alle terre emerse.
Solitamente, le placche si muovono in modo lento ed impercettibile ma in alcuni momenti può accadere che si scontrino in modo più brusco ed è proprio da tale scontro che ha origine il terremoto. Si verifica quindi un rapido ed improvviso movimento della superficie dovuto a una rottura all’interno della crosta terrestre a seguito del rilascio di una grande quantità di energia accumulata durante la deformazione di un blocco di crosta terrestre sottoposto ad uno sforzo tensionale.
Meccanismo all’origine dei terremoti
Un blocco di crosta terrestre sottoposto a uno sforzo (una forza tensionale dovuta ai moti interni della Terra nella Litosfera) dapprima si deforma elasticamente accumulando energia al suo interno fino a che il carico di energia supera resistenza della roccia determinando la rottura lungo una superficie detta faglia.
- Lo spostamento dei due blocchi provoca delle vibrazioni in tutta l’area circostante che si propagano sotto forma di onde sismiche.
- Le vibrazioni non sono altro che il rilascio dell’energia elastica accumulata durante la deformazione che si libera improvvisamente provocando il terremoto.
- A seconda del tipo di materiale attraversato, dello stato fisico e delle condizioni di temperatura, pressione e contenuto di acqua, le onde si propagano con diverse velocità.
Ipocentro ed epicentro
Il terremoto ha origine in un determinato punto nel sottosuolo detto Ipocentro. Qui avviene la rottura della roccia e il rilascio di energia. Nell’ipocentro hanno origine le onde sismiche che si propagano lungo un fronte d’onda.
Si dice invece Epicentro il punto corrispondente in superficie, posto sulla verticale dell’ipocentro.
Dall’epicentro si generano le onde superficiali.
Magnitudo
La magnitudo di un sisma misura indirettamente l’energia meccanica sprigionata da un evento sismico all’ipocentro basandosi sull’ampiezza delle onde sismiche registrate dai sismografi in superficie. La magnitudo permette di risalire alla quantità totale di energia liberata dall’evento sismico.
Dato che le energie dei terremoti e di conseguenza le ampiezze delle onde sismiche hanno un campo di variazione estremamente ampio, il sismologo statunitense Charles Francis Richter stabilì nel 1935 un metodo per la classificazione dei terremoti.
Più sotto a titolo esemplificativo una tabella che traduce in percezione umana la potenza di un terremoto misurato secondo la scala Richter.
MAGNITUDO | EFFETTI IN ZONE ABITATE |
2,0 – 3,4 | Registrato ma non percepito |
3,5 – 4,2 | Percepito da alcuni |
4,3 – 4,8 | Percepito da parecchi |
4,9 – 5,4 | Percepito da tutti |
5,5 – 6,1 | Deboli danni alle strutture |
6,2 – 6,9 | Notevoli danni alle strutture |
7,0 – 8,0 | Danni gravi, rotaie piegate |
> 8,0 | Distruzione quasi totale |