In provincia di Milano un capannone crolla inspiegabilmente. Il caso desta una certa preoccupazione riguardo la solidità di alcune strutture prefabbricate del territorio e rivela, probabilmente, una fragilità esistente in simili tipologie costruttive presenti anche in altre aree del Paese.
A cura di IPE (Ingegneri per la Prevenzione delle emergenze dell’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano), è stata svolta un’indagine accurata sul caso. I due ingegneri incaricati dello studio, hanno scoperto che il motivo principale del cedimento, in presenza di una particolare conformazione della costruzione, è stata l’assenza di vincoli efficaci tra elementi strutturali. Il difetto appare di sistema e non locale è cioè comune a molti prefabbricati industriali ubicati sul territorio.
La Nota emanata dall’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano e da Ipe il 18 maggio scorso e pubblicata dalla rivista Ingenio riporta quanto segue
“La Lombardia, regione dalla forte vocazione industriale, presenta un totale di 5.000 capannoni industriali, molti dei quali sono prefabbricati di tipo isostatico con appoggi ad attrito, che hanno già mostrato la loro grande vulnerabilità in occasione del terremoto dell’Emilia nel 2012. Recentemente, a seguito di sopralluoghi condotti da due ingegneri dell’Ordine di Milano e iscritti a IPE, Sezione operativa di Milano, si è riscontrato che una particolare conformazione di strutture prefabbricate di questo tipo possono essere soggette a fenomeni di crollo (…)”
Dunque il pericolo per queste strutture non dipende solo dall’essere esposte a scosse. La loro vulnerabilità può manifestarsi in modo disastroso anche in condizioni di totale normalità.
Il Sistema antisismico Sismocell potrebbe rappresentare una soluzione
Il Sistema Sismocell, sana proprio le principali vulnerabilità così diffuse in questa tipologia di costruzioni. Due i dispositivi utilizzati, Sismocell e Sismocell Box, che operano in sinergia. In particolare, Sismocell, realizza una connessione a fusibile dissipativo trave-pilastro, Sismocell Box, crea una connessione dissipativa trave-elementi di copertura. L’applicazione di questi presidi di sicurezza consente quindi di assicurare un collegamento efficace tra gli elementi prefabbricati di copertura e allo stesso tempo la capacità di limitare le sollecitazioni trasferite al resto della struttura grazie a una progressiva capacità di dissipare energia.
Questo ingegnoso sistema può dunque dispiegare un’azione efficace anche a prevenire crolli, indipendentemente dal verificarsi di un terremoto, con una funzione di protezione dei prefabbricati, che va oltre quella più specifica e mirata a contrastare gli effetti dannosi di un sisma. Più in generale, potrebbe garantire la tenuta e la solidità di questa tipologia di strutture.
Gli ingegneri di Ipe Milano spiegano nel dettaglio quello che può accadere
“Le strutture sotto la lente: prefabbricati con pensiline esterne con sbalzo elevato”
La tipologia in questione è dotata di pensiline esterne con sbalzo elevato, realizzate utilizzando elementi prefabbricati in cemento armato e quindi molto pesanti, che tendono a far ruotare i pilastri verso l’esterno; in condizioni statiche, il vincolo offerto per attrito dalle travi a doppia pendenza è sufficiente a mantenere i pilastri in posizione, ma tale situazione viene compromessa dai fenomeni annuali di dilatazione-contrazione. Infatti, nei periodi caldi di dilatazione, la trave accompagna la tendenza naturale del pilastro verso l’esterno, mentre nei cicli freddi di contrazione, il pilastro può non ritornare nella sua posizione verticale per via di effetti anelastici nel contatto tra neoprene e calcestruzzo.
In pratica, si è rilevata una tendenza dei pilastri ad inflettere verso l’esterno a causa della mensola, con una graduale perdita di efficacia del vincolo per attrito tra trave e pilastro
Quanto sopra descritto appare un difetto di sistema non locale perché dimostrato dal fatto che il fenomeno si è rilevato in due capannoni con caratteristiche simili localizzati nella provincia milanese, uno dei quali oggetto di un recente crollo, che ha coinvolto una superficie di circa 500 mq di copertura (trave a doppia pendenza e tegoli).
Nessun segno premonitore
L’estrema pericolosità è insita nel fatto che non vi sono evidenti segnali o segni premonitori che possano far percepire la precarietà della situazione agli utilizzatori ed alla proprietà, anche in presenza di spostamenti già rilevanti come quelli appena descritti (fuori piombo di oltre 10 cm).”
La nota conclude auspicando un immediato intervento di monitoraggio dei capannoni per individuare quelli che rappresentano tale tipologia costruttiva al fine di valutare eventuali interventi.
Leggi l’articolo completo su Ingenio, 18 maggio 2018