Affidati agli specialisti del settore per mettere in sicurezza il tuo capannone riducendo invasività e costi degli interventi: coi dispositivi antisismici è possibile
Lo staff Sismocell-Reglass H.T. incontra presso le loro sedi imprenditori e professionisti per presentare soluzioni d’avanguardia per la riduzione del rischio sismico dei capannoni industriali.
E’ con l’adozione dei dispositivi antisismici che diventano più facili e meno onerose le opere di riduzione del rischio sismico. I vantaggi: oltre a garantire l’incolumità dei dipendenti, si preservano le strutture a salvaguardia del patrimonio aziendale e dell’economia dei territori.
Per saperne di più, i tecnici di Sismocell Reglass H.T. S.r.l. e di Miyamoto International, sono disponibili a incontrare presso le loro sedi, imprenditori e professionisti, per illustrare questo approccio innovativo, fornendo indicazioni per la soluzione complessiva del problema della messa in sicurezza dei capannoni industriali.
Sono tantissime le attività produttive che svolgono l’attività in edifici prefabbricati sparsi sul territorio nazionale. La loro vulnerabilità sismica è stata messa in particolare evidenza nel corso del forte terremoto che ha devastato l’Emilia nel 2012. Tutto sommato un’area a rischio sismico non particolarmente elevato. Le strutture danneggiate non erano costruite secondo criteri antisismici, presentavano: travi semplicemente appoggiate ai pilastri, mancanza di collegamenti efficaci tra elementi di copertura e scaffalature prive di adeguati sistemi di ancoraggio.
I danni complessivi sono stati stimati in 12 miliardi di euro; il 40% dei quali relativo a realtà produttive. Significative le conseguenze per gli imprenditori in termini di interruzione dell’attività lavorativa, perdita di commesse, necessità di trasferire le produzioni etc.
La maggior parte dei capannoni in Italia è localizzata in aree classificate a rischio sismico solo dal 2003. E sono tantissimi. Si tratta di strutture che, se costruite prima del 2009 (anno di entrata in vigore delle nuove NTC del 2008), non sono in grado di garantire, in caso di terremoto: la sicurezza del personale, l’integrità dei macchinari e delle merci nei magazzini con possibili ripercussioni sull’economia dei territori e del Paese.
Alcuni numeri:
- il 90%* delle Pmi che non riprende l’attività entro una settimana dal verificarsi della calamità naturale, fallisce entro l’anno,
- il 96%* delle Pmi non è assicurato per danni indiretti,
- su 12 miliardi di euro di danni – causati dal terremoto emiliano del 20-29 maggio 2012 – solo 1,2 miliardi di euro** sono stati coperti dalle compagnie assicurative,
- Dal 1944 al 2011 sono 3,5 i miliardi di euro*** di danni che ogni anno causano i terremoti in Italia.
La prevenzione, dunque, passa attraverso Il miglioramento sismico delle attività produttive. E tutelare l’incolumità dei dipendenti è anche un obbligo di legge.
* Dati Università degli Studi di Padova 2015
** Dati Cineas 2015
*** Dati Ance/Cresme 2012